25 nov 2009

DOCUMENTO CONCLUSIVO CONSIGLIO GENERALE

Roma, 24 novembre 2009

Il Consiglio Generale del Sicet, riunito a Roma il 24 novembre 2009, ascoltata la relazione del Segretario Generale, Guido Piran, la approva con l’arricchimento dei contributi dell’ampio dibattito.
Il Consiglio Generale constata la totale assenza di sostegno economico e finanziario da parte dello Stato al comparto abitativo pubblico, nonostante le gravi conseguenze economiche e sociali della crisi stiano colpendo con particolare virulenza le fasce più deboli della popolazione che vive in affitto.
Al contrario, la legge finanziaria per il 2010 prosegue nella riduzione delle risorse del Fondo di sostegno all’affitto, che dalla sua introduzione (anno 1999) ha visto dimezzare le somme stanziate rappresentando, attualmente, l’unico ammortizzatore sociale del caro affitti.
Mentre è all’ordine del giorno del Governo la possibilità di indirizzare risorse, quelle poche disponibili, alla rendita immobiliare attraverso la modifica dell’imposizione fiscale sui redditi da locazione (cedolare secca) senza nessuna previsione di detrazioni fiscali per gli inquilini.
Il Consiglio Generale del Sicet ritiene necessari ed urgenti la promulgazione di un insieme di provvedimenti legislativi ed economici a favore gli inquilini. In particolare un nuovo regime delle locazioni private che preveda un unico sistema contrattuale a canone concertato, in cui lo Stato favorisca la contrattazione tramite forti convenienze fiscali a favore dei proprietari e degli inquilini.
In questo senso il Consiglio Generale del Sicet decide di sostenere attivamente tutte le iniziative di mobilitazione della Cisl per la riforma fiscale che si svolgeranno nei territori a partire dal 27 novembre prossimo.
In particolare il Consiglio Generale Sicet, condividendo l’obiettivo della Cisl di introdurre nuove misure fiscali a sostegno della famiglia, ritiene necessario rivendicare efficaci azioni di contrasto al caro affitti che pesa notevolmente sul reddito dei lavoratori e dei pensionati.
Il Consiglio Generale del Sicet nel denunciare le conseguenze antisociali prodotte dalla fortissima evasione ed elusione fiscale nel Paese, che ammonta ad un quinto della ricchezza prodotta, propone l’introduzione della tracciabilità nei pagamenti dei canoni di locazione, con modalità che provochino un conflitto di interessi tra le parti, ciò è attuabile attraverso una congrua detrazione dal reddito degli inquilini dei fitti pagati, tale da rendere conveniente l’emersione del nero e recuperare risorse da indirizzare alle politiche abitative pubbliche.
Alla luce dell’importante convegno organizzato dal Sicet a Napoli, in occasione della Giornata Internazione dell’Inquilino, il Consiglio Generale del Sicet ritiene urgente per le regioni meridionali l’avvio di interventi di coesione sociale, che contengano programmi di ampliamento dell’offerta abitativa di edilizia sovvenzionata, recuperando patrimonio tramite programmi di riqualificazione e rigenerazione delle periferie urbane sostenuti dai fondi europei e dai fondi aree sottoutilizzate. Tali investimenti oltre all’impatto sociale avrebbero una rilevante funzione anti crisi.
Il Consiglio Generale del Sicet ritiene indispensabile sviluppare sinergie comuni con la Cisl, anche in continuità con la manifestazione nazionale confederale del 10 ottobre u.s. al fine di rimuovere derive xenofobe e razziste che discriminano sull’accesso all’welfare abitativo dei cittadini extracomunitari.

APPROVATO ALL’UNANIMITA’

10 set 2009

5 ottobre 2009 - Giornata internazionale degli inquilini

Lo IUT (Unione Internazionale degli Inquilini), alla quale il Sicet aderisce, organizza per il prossimo lunedì 5 ottobre 2009 "La giornata internazionale degli Inquilini e dell'Ambiente" che vedrà iniziative di sensibilizzazione, al grave problema abitativo in tutto il mondo.
Gli eventi principali saranno:
a livello internazionale, un convegno al Parlamento Europeo di Brusseles dal titolo "Affrontare la crisi finanziaria con un nuovo piano di affitto sostenibile" con la partecipazione di istituzioni e parti sociali di tutto il mondo, dove è previsto anche un intervento del Sicet;
in Italia, a Napoli, un momento di dibattito sul tema
"Per superare il disagio abitativo nel Mezzogiorno: edilizia pubblica, riqualificazione dei quartieri, rilancio dell'economia" con interventi degli amministratori regionali, della Cisl e del Sicet.

4 set 2009

Variazione negativa dell’indice Istat di Luglio 2009


Il SICET precisa il concetto di ”aggiornamento”

Nei giorni passati è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale da parte dell’Istat, l’indice dei prezzi al consumo per il periodo luglio 2008 – luglio 2009 che è stato negativo: (- 0,1%). Questo andamento deflattivo si è ora verificato per la prima volta da quando sono state introdotte norme per il periodico aggiornamento dei canoni.

Nel dibattito sull’applicazione della variazione avanziamo alcune nostre considerazioni.
Preliminarmente è necessario ribadire che con l’abrogazione dell’art. 24 della legge 27 luglio 1978 n. 392 (l’equo canone) che disciplinava nel dettaglio, tempi e modi per l’aggiornamento annuale degli affitti, nei nuovi contratti liberi stipulati ai sensi dell’art. 2, comma 1 della legge 9 dicembre 1998 n. 431 (della durata di anni 4+4) l’aggiornamento diventa una facoltà delle parti.
Per essere fatta valere tale abrogazione deve essere disciplinata nel contratto.
In assenza di specifica pattuizione nulla è dovuto per eventuali variazioni degli indici Istat.
Per i contratti liberi, quindi, la questione va affrontata in via particolare muovendo dal contenuto delle specifiche pattuizioni intervenute.

Al contrario, per le altre tipologie:
- contratti ad uso abitativo concordati, ai sensi dell’art.2, comma 3 della legge 431/98 (della durata di anni 3+2);
- contratti stipulati ai sensi delle precedenti normative;
- contratti di locazione ad uso diverso
è previsto, dalle norme, dai tipi contrattuali e dagli accordi territoriali, l’aggiornamento del canone nelle percentuali stabilite sulla base delle variazioni accertate dall’ISTAT.

Da una analisi lessicale del termine usato dal legislatore
Non ci pare che sussistano molti dubbi sulla volontà di ancorare il canone di locazione ad un andamento economico da accertare a cura dell’Istituto di Statistica sulle variazioni dei prezzi al consumo di un paniere di beni e servizi. Il concetto di aggiornamento ha in sé il significato di variazione, e cioè non solo ed esclusivamente nel senso dell’aumento. Se fosse stato solo questo il volere del legislatore, non si sarebbe utilizzato il termine aggiornamento (che implica il mantenimento di un valore in funzione dell’andamento generale ed al variare dei tempi) bensì semplicemente quello di aumento annuale del canone.

Art. 32 della legge 392/78
Questo articolo della legge prevede l’aggiornamento del canone per le locazioni ad uso diverso e disciplina l’ipotesi di una variazione che possa essere positiva o negativa. Tant’è che solo per le variazioni in aumento è posto il limite all’aggiornamento che non potrà essere superiore al 75% dell’indice. Questa lettura potrebbe indurci a ritenere l’ipotesi che tale misura di riduzione dell’indice, al 75%, non si debba applicare nella fattispecie di variazioni deflattive come quella di luglio. A nostro parere è anche da sottolineare il principio di uguaglianza che dovrebbe guidare nell’interpretazione della norma. Anche in ragione di una interpretazione costituzionalmente orientata dovrebbero essere applicati sia gli incrementi determinati dall’inflazione che le riduzioni dovute alla deflazione.

Art. 6, comma 6 della legge 431/98
Altro riferimento utile sulle variazioni dell’indice Istat è anche l’art. 6, comma 6 della legge 431/98, in cui si prevede che durante i periodi di sospensione delle esecuzioni nelle procedure di sfratto, i conduttori sono tenuti a corrispondere il canone, al quale si applicano automaticamente ogni anno gli aggiornamenti in misura pari al 75% della variazione ISTAT, l’importo poi viene maggiorato del 20%. Anche in questa fattispecie ci pare inequivocabile la ratio del legislatore di conferire al corrispettivo la natura di una sorta di debito di valore, che così come viene rivalutato, ben dovrà essere devalutato.

Beneficio economico per l’inquilino.
In conclusione: i canoni sono da aggiornare in riduzione.
Un ulteriore problema applicativo da rilevare è rispetto alla procedura di aggiornamento del canone. La sua automaticità oppure la necessità di una comunicazione scritta. Questo dipende in modo dettagliato e specifico dal tenore della clausola contrattuale. In ogni caso deve essere valutato correttamente anche il beneficio economico per l’inquilino derivante dalla riduzione del canone per evitare che ad esempio i costi siano superiori ai benefici. Si suggerisce in ogni caso la formulazione di una richiesta di aggiornamento del canone in riduzione con comunicazione da inviare anche nel caso di aggiornamento automatico.

Per maggiori informazioni potete contattare la sede del SICET di Foggia

22 lug 2009

FACEBOOK

Anche il SICeT di Foggia entra in Facebbok, uno dei social network più famosi del mondo.

L'informazione agli utenti avviene in molteplici modi; quello di entrare in un mondo così popolato permetterà di dare informative, consigli e soluzioni a chi riterrà opportuno attingere alle competenze degli operatori del SICeT di Foggia.

Buona navigazione!

21 lug 2009

COMUNICATO STAMPA del 21/07/09

Piano Casa del Governo - Il SICET: non incontra la domanda, serve una risposta diversa, con più edilizia residenziale pubblica

“Sarebbe una manna avere 100 mila alloggi di edilizia residenziale pubblica in 5 anni ma purtroppo non sarà così”. Questo il commento di Guido Piran Segretario Generale del SICET alla firma del DPCM sul Piano Casa, da parte del Presidente del Consiglio Berlusconi. Continua il Segretario del SICET: “il Piano non è quello degli ampliamenti in edilizia bensì l’avvio di un percorso finanziario che costituendo un sistema di fondi immobiliari, a livello nazionale e regionale, assieme ad agevolazioni urbanistiche, edilizie e fiscali allo scopo di immettere sul mercato un’offerta in affitto a canoni di mercato e abitazioni destinante alla vendita. Un insieme di prodotti immobiliari di cui il mercato già abbonda e che non riesce a collocare. Il fallimento di molte società del settore ne è un esempio, i dati sull’invenduto un altro ”. Piran ricorda che il peggioramento delle condizioni economiche nel Paese colpisce duramente chi vive in affitto. “Il Governo fa altro rispetto ciò che serve. E’ urgente dare una soluzione al milione di famiglie che vive nella precarietà abitativa. 650 mila richieste di casa pubblica, 150 mila sfratti e 350 mila domande di contributo nelle locazioni. Sono anziani, monoreddito, giovani ed immigrati”. La strada da intraprendere difficilmente può essere quella di un superamento del modello di welfare abitativo basato sull’edilizia pubblica a canone sociale passando ad un sistema di società immobiliari finalizzate all’investimento finanziario che non ha alcun nesso con la domanda sociale della casa.“Chiediamo con forza” conclude il Segretario del SICET che il Governo, prima di partire con gli strumenti operativi del Piano: gli accordi di programma, apra un confronto coinvolgendo i Sindacati, le Regioni, i Comuni e gli ex IACP”.

3 lug 2009

IN ITALIA C’E’ FAME DI CASE MA 5 MILIONI SONO VUOTE

articolo di Guido Piran, Segretario Generale Sicet
pubblicato sul quotidiano "Avvenire" del 3 luglio 2009

Sempre più case senza persone e sempre più persone senza casa. Sembra un paradosso ma in Italia la situazione abitativa è questa con oltre 5 milioni di alloggi vuoti. Negli ultimi 10 anni si è costruito molto nel settore residenziale ma allo stesso tempo sono aumentanti a livelli preoccupanti le famiglie che stanno perdendo l’alloggio.

Il prossimo 30 giugno era prevista, slittata al 31-12-2009 la scadenza dell’ultima proroga sugli sfratti: l’ennesima di una lunga serie. Questa riguarda esclusivamente gli inquilini più deboli e solo per i provvedimenti per finita locazione che rappresentano il 10% del totale. Questo sistema di tutela non opera in tutto il Paese ma solo nei comuni capoluogo di provincia, in quelli confinati con più di 10 mila abitanti ed in quelli definiti ad alta tensione abitativa. I soggetti deboli per il blocco sono le famiglie con reddito imponibile inferiore a 27 mila euro annui con la presenza di ultrasessantacinquenni, invalidi, malati terminali portatori di handicap e nuclei con figli a carico. Durante la sospensione gli inquilini oltre al canone debbono pagare anche una maggiorazione del 20%.

I primi dati del Viminale di analisi del problema, ancora parziali mancando all’appello ancora molti provvedimenti, segnano una forte crescita del fenomeno. Nel 2008 gli sfratti convalidati sono stati quasi 54 mila, il 17% in più rispetto al 2007. Quelli eseguiti: 25 mila con + 11% in più e le richieste di esecuzione salite del 26% sono quasi 140 mila. Purtroppo a parere del SICET questi dati già drammatici sono destinati a salire ancora per il 2009 con una stima tra il 20 e il 30%. Analizzando alcune città. A Venezia, gli sfratti emessi salgono del 261%. In Emilia, Modena vede un + 50% delle richieste di esecuzione. Mentre a Roma il medesimo dato tocca quota 53 mila che segna un + 171%. Dati preoccupanti a Napoli con 1800 esecuzioni di sfratto e la Puglia dove l’emergenza è più marcata con aumenti a tre cifre. Palermo e Catania ai primi posti in Sicilia con rispettivamente 1700 e 2400 sfratti.

Questo fenomeno della morosità è il risultato dell’assenza di politiche strutturali ai vari livelli istituzionali sull’offerta abitativa e la continua introduzione di norme contingenti ed emergenziali ha solo spostato in avanti il problema complessivo della casa senza, salvo qualche sporadico tentativo, affrontarlo in maniera strutturale.

Infatti la questione degli sfratti deve essere analizzata in un contesto più generale che riguarda complessivamente la questione abitativa. Il quadro è legato al fortissimo differenziale tra la domanda di un alloggio da parte delle famiglie più deboli del Paese sul piano economico e l’offerta attuale, completamente slegata da queste dinamiche, essendo ancorata esclusivamente alle richieste di rendimento che ha il mercato.

I problemi sono quelli dell’edilizia pubblica in cui si va a collocare la domanda di alloggi dei nuclei più deboli 650 mila ogni anno e la cronica assenza di risposta. Gli affitti privati che presentano un modello duale liberistico-contrattuale dove le condizioni normative e di convenienza fiscale fanno prevalere il primo. Ed è in questo settore che sono rappresentate le maggiori disfunzioni del sistema dove, nello sfratto, è assente qualsiasi modello di accompagnamento sociale. Gli inquilini sfrattati vengono lasciati a se stessi, salvo pochi fortunati in cui il comune abbia le condizioni di trovare una soluzione.

Nella crisi è cresciuta l’incidenza dell’affitto sul reddito delle famiglie che nelle città metropolitane vede una percentuale che va tra il 50 e il 70% e conseguentemente lo strumento del fondo sostegno per la locazione è sempre più inefficace. I motivi sono legati ad una fortissima riduzione dell’intervento statale che in 10 anni ha visto dimezzare i finanziamenti. Ma anche il ruolo di comuni e regioni, tranne qualche caso virtuoso come quello Lombardo, ha visto questi enti assenti nel cofinanziare il sistema, oltre a tempi di erogazione biblici, in ritardo di parecchi anni.

La questione complessiva degli sfratti e del sistema dell’affitto penalizza pesantemente le famiglie italiane. Ricordando che nel settore dell’affitto sono collocate quelle con i redditi più bassi: oltre il 66% ha un reddito familiare inferiore a 20 mila euro annui. La morosità aumenta in un sistema di mercato che negli ultimi 10 anni ha visto crescere i canoni del 135%. Con un canone medio per una locazione in essere di 750 euro mese e una richiesta media del mercato di 1.150 euro mese.
Ma il problema della casa e i redditi in forte diminuzione stanno penalizzando in particolare i giovani e gli anziani. Per i primi, con le difficoltà nell’entrata nel mercato del lavoro, non è ipotizzabile una casa in proprietà. Ma il caro affitti non gli consente poi di costruirsi un progetto di vita autonomo dai genitori, attraverso una nuova famiglia, ma nemmeno di realizzarsi sul piano professionale, in quanto nei territori a maggior disponibilità di occupazione, i canoni raggiungono livelli pari o di poco inferiori ai salari percepiti. Per la media dei pensionati l’affitto poi rappresenta la maggior difficoltà, impedendo loro di poter condurre una vita serena e dignitosa. Moltissimi gli anziani che ogni giorno si trovano con il dilemma tra risparmiare per l’affitto o poter acquistare la spesa. Lo sfratto rappresenta per loro sempre un dramma che anche nel caso di soluzione li segna per il futuro. Ma anche per le famiglie in crisi che si separano la casa è una difficoltà insormontabile con la necessità di riuscire a trovare per il coniuge non assegnatario una abitazione accessibile al reddito.

La motivazione principale dello sfratto si è completamente rovesciata negli ultimi 10 anni. Dalla necessità del proprietario e dalla finita locazione si è passati oggi alla quasi totalità per morosità. Su questo fenomeno è necessario che Governo e Parlamento si interroghino per comprendere la trasformazione avvenuta, con un mercato dell’affitto non regolato che ha impoverito oltre 5 milioni di famiglie italiane e che oggi con la crisi non sono in grado di poter pagare gli affitti privati richiesti. Ed è su questo che oggi bisogna intervenire. Non basta solo una proroga degli sfratti che sposti ancora una volta il problema di sei o dodici mesi e solo per qualche migliaio di famiglie indigenti e malate. Intervenire seriamente significa che in una fase eccezionale dell’economia servono anche negli sfratti misure eccezionali. La proroga deve essere allargata anche alla morosità altrimenti non serve a nulla. Vanno poi programmati interventi strutturarli sulle politiche abitative. Per ridurre gli sfratti serve una nuova legge sulle locazioni private che abbia come modalità contrattuale quella del canone concordato. Accompagnata dalla detrazione del 50% del canone per l’inquilino, con una fiscalità di vantaggio per il proprietario attraverso una tassazione unica dei redditi da locazione. Deve poi essere allargata l’offerta delle abitazioni di edilizia residenziale pubblica con un programma pluriennale, iniziando dall’immediato trasferimento alle regioni e ai comuni dei fondi per l’emergenza abitativa per gli sfrattati: i 550 milioni di euro previsti nel 2007 con la legge 9, che efficacemente coniugava sospensione dei provvedimenti e programmazione delle soluzioni abitative. Serve anche una inversione al taglio dei contributi per l’affitto con una dotazione di almeno 500 milioni di euro.
Solo una serie di misure di contrasto al disagio abitativo come quelle indicate potrà permettere al Paese di non dover discutete tra sei mesi ancora di una proroga degli sfratti e iniziare a superare l’emergenza abitativa.

19 giu 2009

COMUNICATO STAMPA - Sicet e Cisl: “Favorevoli alla vendita degli alloggi comunali, ma solo per finanziare nuova edilizia residenziale pubblica”




Foggia, 19 giugno 2009

“La vendita degli alloggi del comune di Foggia è un’iniziativa positiva, ma non può essere l’occasione per consentire, come ipotizzato dal CDA della società “Foggia cartolarizzazione”, l’ingresso di nuova finanza nelle casse comunali”. E’ quanto affermano Angelo Sgobbo, segretario territoriale del Sicet (Sindacato Inquilini Casa e Territorio), e Carla Costantino, segretario territoriale della CISL, in merito all’annuncio, dato dal comune capoluogo (per la quarta volta in tre anni), di avvio delle procedure di vendita degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP). A tal proposito, Sicet e Cisl di Foggia ribadiscono ed ammoniscono al “rispetto dell’obbligo di legge che tale operazione sia indirizzata a reinvestire il ricavato per la costruzione di nuovi alloggi popolari, vista anche la notevole e crescente domanda abitativa”. Sicet e CISL confermano quindi il proprio assenso “alla possibilità per gli inquilini delle case comunali d’acquistare le abitazioni in cui vivono a prezzi inferiori a quelli che il mercato oggi impone (il risparmio sarà del 30% del valore di mercato dell’immobile). Soprattutto considerato – continuano i sindacati - il momento delicato che il sistema economico sta attraversando, che ha ulteriormente impoverito le fasce deboli della società, le quali non riescono più ad accedere ai mutui casa, né possono permettersi fitti in esponenziale aumento, come rilevato dall’incremento, nell’ultimo anno, delle procedure di sfratto, che nella città di Foggia sono cresciute del 121%”. Pertanto, pur accogliendo favorevolmente la vendita degli alloggi attraverso un canale di sconti per chi abita questi alloggi, Sicet e Cisl di Foggia sono “fortemente contrarie a destinare il ricavato della vendita dei circa 800 alloggi, per un introito non inferiore a 40 milioni di euro, al risanamento di un bilancio comunale sempre più in rosso. Si tratta - secondo i segretari Sgobbo e Costantino - di un operazione che la legge non consente, ed alla quale già l’Assessore regionale all’Urbanistica ha negato l’assenso in altre occasioni. Lo scenario di grande emergenza abitativa rende più necessario – rilevano Sicet e Cisl di Foggia - un incremento del patrimonio di ERP e non di smobilitazione. Vista la recente normativa e le risorse messe in campo dalla Regione Puglia – concludono i sindacati - ci sono margini positivi, utilizzabili anche nel breve periodo”.

Interviste al Segretario Generale del SICET - Guido PIRAN


RAI TRE

RADIO 1 - GR1 del 18/06/09

17 giu 2009

Dichiarazione di Guido Piran Segretario Generale SICET

“CASA: BOOM SFRATTI MOROSITA’

SONO 140 MILA LE RICHIESTE DI ESECUZIONE

E CON LA CRISI CRESCERANNO ANCORA” !

Dice Guido Piran Segretario Generale del sindacato inquilini della CISL commentando i dati provvisori del Ministero dell’Interno sugli sfratti. “La crisi economica sta colpendo pesantemente le famiglie in affitto, uno dei segmenti sociali più deboli. I loro redditi annui, per il 66% sono inferiori a 20 mila euro, e quindi con il livello del caro affitti del mercato privato era prevedibile una fortissima crescita degli sfratti per morosità che rappresenta ormai l’unica motivazione dei provvedimenti”. Continua PiranLe richieste di esecuzione hanno raggiunto quota 140 mila. E’ un dato però destinato a crescere, visto che i dati del Ministero dell’ Interno sono provvisori, mancando all’appello ancora molti provvedimenti e non comprendendo tutte le città”. Una elaborazione del SICET segnala che tra il 2007 e il 2008 i provvedimenti emessi sono cresciuti del 20% mentre le richieste di esecuzione hanno visto un aumento del 30%. Gli sfratti eseguiti in Italia nel 2008 sono stati 25 mila, oltre il 12% in più sull’anno precedente, il 90% a causa della morosità .

Analizzando alcune città. A Venezia, gli sfratti emessi salgono del 261%. In Emilia, Modena vede un + 50% delle richieste di esecuzione. Mentre a Roma il medesimo dato tocca quota 53 mila che segna un + 171%. Dati preoccupanti a Napoli con 1800 esecuzioni di sfratto e la Puglia dove l’emergenza è più marcata con aumenti a tre cifre. Palermo e Catania ai primi posti in Sicilia con rispettivamente 1700 e 2400 sfratti.

“Il 2009 sarà peggiore” continua Il segretario del SICET “dal nostro osservatorio prevediamo una ulteriore crescita per i provvedimenti di sfratto, stimabile tra il 15 e il 20% e tutta nel capitolo della morosità. Nel settore dell’affitto vivono le famiglie italiane più deboli economicamente, quelle che negli anni del boom non sono riuscite ad acquistare la casa e vedono una forte riduzione dei redditi precari” .

Per Piran: “l’occasione della prossima scadenza della proroga degli sfratti del 30 giugno deve essere colta per comprendere anche la morosità. Il problema poi, non deve essere solo rinviato di qualche mese, è necessario che il Governo e il Parlamento intervengano con misure che riducano questo dramma. Serve un fondo di contributi per l’affitto con più risorse e una maggiore offerta di case di edilizia pubblica assieme ad una nuova legge sulle locazioni private che riduca il costo degli affitti”.

Roma, 17 giugno 2009

9 giu 2009



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8 giu 2009

Manifestazione nazionale indetta dalla FNP CISL


Il SICET aderisce alla manifestazione nazionale
indetta dalla FNP CISL
per l’11 giugno 2009 a Roma a Piazza del Popolo

condividendo

• la necessità di un generale recupero dei redditi da pensione sull’inflazione reale
• la realizzazione di un sistema di welfare inclusivo rivolto in particolare alle persone non autosufficienti

Il SICET individua all’interno delle proprie strategie
un particolare settore d’intervento
contro la non autosufficienza abitativa della popolazione anziana,
che può essere causata da:

• Non autosufficienza economica;
• Non autosufficienza psico-fisica conseguente a problemi di salute;
• Inadeguata localizzazione dell’alloggio nel tessuto urbano;
• Insufficiente accessibilità, fruibilità e funzionalità dell’alloggio in relazione alle esigenze individuali o familiari.

Un’incisiva azione nei confronti della qualità abitativa, pur non essendo risolutiva di tutti i complessi problemi della non autosufficienza, costituisce un elemento qualificante dell’intervento politico e sindacale a favore degli anziani.
In particolare il SICET propone:
- Di ridurre l’incidenza degli affitti sul reddito delle famiglie attraverso la riforma della legge sulle locazioni private, attraverso un’unica tipologia contrattuale a canone concordato, favorendo gli accordi territoriali con premialità fiscali ai proprietari e detraibilità dell’affitto per gli inquilini;
- Di aumentare lo stanziamento per il Fondo sostegno all’affitto fino a 500 Milioni di euro l’anno per aiutare le famiglie incapienti e in difficoltà economica;
- La regolazione in sede locale dell’utilizzo della forza pubblica nella esecuzione di tutte le tipologie di sfratto garantendo il passaggio da casa a casa;
- Di aumentare la dotazione di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata a canone sociale commisurato al reddito delle famiglie;
- La realizzazione di un programma di interventi di rigenerazione urbana dei quartieri popolari e delle periferie in crisi, per la riqualificazione ambientale ed energetica, e la dotazione di servizi sociali, da realizzare con il coinvolgimento della popolazione nella progettazione partecipata e democratica.

Il SICET si appella

ai gruppi parlamentari, alle rappresentanze sociali, alle associazioni del volontariato sociale, in particolare a quelle che agiscono in difesa dei più poveri e degli anziani in difficoltà, affinché facciano sentire la propria voce per modificare l’impostazione del Piano casa del Governo, per impedire un’ulteriore cementificazione del territorio e indirizzare le risorse alla soluzione delle problematiche economico/sociali collegate alla non autosufficienza abitative della popolazione anziana.

28 mag 2009

Intervento del Segretario Generale Sicet, Guido Piran, al XVI Congresso Nazionale Cisl


Vi parliamo di casa

Vi parliamo di casa perché nel nostro Paese ci sono troppe case senza persone e troppe persone senza casa.

In Italia ci sono 380.000 abitazioni costruite negli ultimi 3 anni, o attualmente in costruzione, che sono o resteranno vuote.

Coerentemente il governo fa un decreto per ingrandire le case grandi e poco abitate.

Vi parliamo di casa perché dall’ultimo congresso confederale ad oggi in Italia sono state richieste 444.706 esecuzioni di sfratto e 187.378 famiglie sono state sloggiate.

In Italia 2.700.000 famiglie sono in difficoltà abitativa e 1.000.000 di famiglie sono in grave emergenza alloggiativa.

Vi parliamo di casa perché nel nostro Paese chi perde la casa prima ha già perso qualcos’altro: il lavoro, la salute, la famiglia……..

E, perdendo la casa perde altri diritti: come il diritto all’energia, all’acqua, all’informatica, alla privacy……

Vi parliamo di casa perché in Europa la prima ragione di esclusione sociale è la povertà abitativa.

E in Italia, da 10 anni non si stanziano risorse pubbliche per la politica abitativa.

Nel nostro Paese, dove c’è il lavoro non ci sono le case a prezzo compatibile con i redditi dei lavoratori, che per trovare lavoro devono lasciare la loro casa.

Vi parliamo di casa perché nel nostro Paese le famiglie che si separano non trovano case a prezzi accessibili, allo stesso modo non trovano case a prezzi sostenibili i giovani che la famiglia la vogliono costituire.

Vi parliamo di casa perché i lavoratori stranieri immigrati in Italia per avere il permesso di soggiorno devono avere una casa, e per avere una casa devono avere il permesso di soggiorno, quale per primo?

Il governo ha fatto il piano casa ponendo tra i destinatari gli immigrati stranieri, però fino a quando non avranno dieci anni di anzianità di residenza in Italia non ne potranno usufruire. E mentre non possono comprare o affittare una casa del Piano, per dieci anni non potranno nemmeno partecipare ai bandi del fondo sostegno all’affitto.

La maggioranza di Governo ha anche definito il reato di immigrazione clandestina. E manda in galera chi lucra affittando la casa ai clandestini.
Se un cittadino straniero perde il lavoro, o gli scade il permesso di soggiorno, il padrone o lo scaccia di casa o rischia l’arresto.

Vi parliamo di casa perché le città sono sempre più periferie infinite, lontane dal centro cittadino, dai servizi pubblici, dai centri decisionali.

E sono invivibili sia per gli anziani, sia per i bambini; sia per i giovani, sia per le famiglie.

Il Presidente del Consiglio dice che vuole fare le “new town” sull’esempio di Milano 2. Avete provato ad andare a Milano 2 con i mezzi pubblici? Qualcuno dovrebbe dire a Berlusconi che non tutti gli anziani come lui hanno la macchina con l’autista privato.

Vi parliamo volentieri di casa perché la piattaforma del SICET si incastona perfettamente nella relazione di Bonanni.

Le nostre richieste:
“La riforma della legge sulle locazioni private, riservando all’abitazione principale un unico regime contrattuale basato sugli accordi territoriali tra organizzazioni della proprietà e sindacati degli inquilini su tutto il territorio nazionale.
Questa forma contrattuale deve essere sostenuta da premialità fiscali a favore del proprietario e dell’inquilino.

La legge dovrà inoltre prevedere un dispositivo per la graduazione e programmazione locale della concessione della forza pubblica su tutti i provvedimenti di sfratto.

Aumento della dotazione annua del fondo di sostegno all’affitto fino a 500 milioni di euro.

Una legge quadro nazionale sul welfare abitativo che stabilisca l’esigibilità del diritto all’alloggio nei confronti della Pubblica Amministrazione da parte delle famiglie cui sono accertate le condizioni per l’accesso. Il diritto deve essere assicurato in condizioni di vivibilità ambientali e urbana ad un costo del pubblico servizio proporzionato ai mezzi del nucleo famigliare.
La legge quadro dovrà riferirsi ai livelli essenziali delle prestazioni in materia di welfare abitativo per promuovere e garantire la convergenza delle legislazioni regionali su criteri d’accesso e standard di servizio dell’offerta abitativa pubblica uniformi in tutto il territorio nazionale. I finanziamenti saranno definiti in relazione ai “fabbisogni standard” come previsto dalla riforma del federalismo fiscale.

Una legge urbanistica nazionale d’indirizzo in materia di governo del territorio, che regoli la politica dei servizi e dello sviluppo locale, salvaguardi la sostenibilità urbana egli usi pubblici del suolo, organizzi politiche integrate sulle periferie e le aree urbane in crisi e introduca modelli partecipativi di progettazione urbanistica”.


In conclusione:
vi abbiamo parlato di casa perché la crisi ha messo allo scoperto tematiche sociali che l’ubriacatura liberista degli ultimi 15 anni aveva tenuto nascosto. La povertà, la vulnerabilità sociale, l’esclusione, il razzismo, salgono agli onori delle cronache solo quando la Caritas presenta i suoi rapporti periodici. Il SICET ne è testimone quotidiano nella sua opera di sensore sociale, vivendo quotidianamente tra i quartieri delle periferie urbane in crisi.

I valori ricordati dal Segretario Generale a conclusione della relazione al Congresso sono gli stessi a cui si riferisce il SICET nella sua azione di tutela e di contrattazione dei miglioramenti delle condizioni di vita dei portatori dei bisogni abitativi.

Infine, proponiamo alla segreteria confederale che sarà votata sabato di ricorrere al giudice delle leggi per far annullare le norme xenofobe che impediscono ai cittadini e ai lavoratori stranieri extracomunitari l’accesso al welfare abitativo. Bonanni ha detto che il welfare deve essere universalmente disponibile, dimostriamo concretamente la nostra coerenza.

9 mag 2009

Intervista al Segretario Generale del SICeT Nazionale Guido PIRAN, alla vigilia dell'ultimo Congresso del Sindacato degli Inquilini della CISL

Roma, 4 maggio 2009

SICET sindacato inquilini CISL: Congresso nazionale 6/8 maggio a Cattolica

200 delegati, eletti in 90 congressi territoriali e regionali, dal 6 all'8 maggio a Cattolica presso l'hotel Waldorf Palace, discuteranno di crisi economica ed affitti (le famiglie a rischio sono oltre 1 milione nel paese) con rappresentanti di governo ed opposizione e sindacato.

Dentro la crisi con l’organizzazione, il progetto, la partecipazione, per il diritto alla casa, l’uso sociale e sostenibile del territorio” è il titolo dell’assise che farà discutere il SICET su uno dei maggiori problemi del Paese: quello abitativo che colpisce quasi 5 milioni di famiglie. L’affitto, sul versante inquilini, segnava la crisi anche prima del 2009. Infatti il reddito del 60% dei nuclei in locazione, nel 2007, era inferiore a 20 mila euro annui. Oggi il disagio è costituito da un livello di canoni talmente elevato, cresciuto negli ultimi 8 anni del 130%, da far esplodere il fenomeno degli sfratti per morosità dagli 50 mila nel 2007 a 150 mila nel 2009. Con criticità più forti nelle grandi città, Roma, Milano, Napoli, Firenze, Genova, Bari, dove una abitazione media in affitto, non costa meno di 1.200-1.500 euro al mese. Cifra chiaramente inaccessibile per la maggioranza delle famiglie e in particolare per i pensionati, i giovani che vogliono costruirsi un progetto di vita autonomo e gli immigrati. Questa domanda abitativa, che non trova soluzione nel mercato, si rivolge ai comuni nella richiesta di un alloggio di edilizia residenziale pubblica: 650 mila all’anno e nel contributo per l’affitto 350 mila.

Il SICET Sindacato Inquilini della CISL, in occasione del Congresso Nazionale rilancerà la propria iniziativa sindacale per una offerta abitativa coerente con il quadro socio economico della domanda presente. Il segretario generale nazionale del SICET (dimissionario e ricandidato) Guido Piran ha le idee chiare: “Servono alcune misure immediate per fronteggiare la crisi. Un blocco degli aumenti degli affitti per un anno e 500 milioni di euro da destinare al contributo del fondo affitti, al fine di sostenere gli inquilini a rischio sfratto per morosità”. precisa Piran che ”tra gli interventi strutturali non serve, anzi è dannosa la dismissione dei 900 mila alloggi pubblici". Questa tipologia di offerta, secondo il SICET, oggi più che mai va rilanciata con un sostegno economico che deve essere la priorità della politica abitativa nazionale. Dunque, "subito una nuova legge sulle locazioni private -sollecita il responsabile nazionale SICET- dove a fronte di un sistema contrattuale su due livelli di contrattazione (nazionale in cui si fissano le regole e territoriale dove vengono definiti i canoni) si introduca un nuovo sistema di tassazione sulle locazioni, federalista per il ruolo del Comune nella destinazione delle imposte e dei controlli, attraverso una tassazione unica con all’interno l’aliquota fissa. Il nuovo sistema fiscale -conclude Piran- dovrà stare in equilibrio attingendo risorse dal contrasto all’evasione nel settore, introducendo un conflitto d’interessi tra inquilino e proprietario con vere e significative detrazioni per il conduttore”.

30 apr 2009


USR CISL | Il blocco dell’indice ISTAT sui canoni in locazione ed un forte aumento del fondo di sostegno all’affitto come previsto dalla normativa vigente.

E’ la richiesta del Consiglio Generale del SICeT-CISL di Puglia (Sindacato Inquilini Casa e Territorio) partita stamane all’indirizzo della Regione Puglia e del Governo al termine della riunione tenuta per esaminare lo stato di precarietà del mercato abitativo sociale che si registra nella regione anche a causa della crisi economica che sta falcidiando salari e pensioni dei cittadini pugliesi.

Il Consiglio Generale del SICeT denuncia come ad oggi non siano stati individuati meccanismi di finanziamento dell’edilizia sociale sostitutiva dei contributi ex Gescal da parte dello Stato e contesta, inoltre, il blocco di circa 550 milioni di euro da parte del Governo, destinati alla costruzione e al recupero di 12.000 alloggi di edilizia popolare.

Il parlamentino del SICeT auspica che si dia corso, nel più breve tempo possibile, ad un piano di edilizia agevolata in locazione permanente sul modello già sperimentato con la legge sul “disagio abitativo”.

A conclusione dei lavori è stata eletta la nuova segreteria del SICeT – CISL, che affiancherà il Segretario generale Paolo Cicerone, già in carica da qualche settimana: si tratta di Carmine Chiusano, Berardino Liberio, Giacomo Motole e Angelo Sgobbo.

27 apr 2009


Manifestazione Nazionale I° maggio
venerdì 24 aprile 2009
CGIL CISL UIL - Roma, 23 aprile 2009 | Manifestazione Nazionale I° maggio – l’Aquila
Le Segreterie Nazionali di Cgil – Cisl- Uil a seguito del tragico evento sismico registratosi nella provincia de l’Aquila e nell’intento di esprimere, attraverso una presenza tangibile, un forte messaggio di solidarietà alla popolazione colpita, hanno deciso di realizzare la Manifestazione nazionale del primo maggio a l’Aquila. Tale decisione ha anche lo scopo di assicurare il nostro fattivo impegno per una ricostruzione in grado di garantire sicurezza, lavoro e sviluppo.

La manifestazione si svolgerà nella mattinata del I° maggio presso il piazzale della Scuola di formazione permanente della Guardia di Finanza ed avrà una caratterizzazione sobria al fine di testimoniare la nostra presenza evitando, al contempo, di arrecare disagi alla popolazione ed alle persone impegnate negli interventi di sostegno.

In ragione di tale sobrietà, la manifestazione si svolgerà attraverso un momento particolarmente significativo di vicinanza e confronto con la popolazione con gli interventi dei tre Segretari Generali di CGIL – CISL - UIL.

Non ci sarà alcun corteo e, per ovvie ragioni, non sarà previsto l’utilizzo di materiale propagandistico d’organizzazione (bandiere, palloncini, striscioni).

Al fine di garantire una presenza significativa quanto discreta, l’obiettivo di partecipazione complessivo della manifestazione è di circa 4000 persone, di cui 3000 provenienti dalle strutture territoriali abruzzesi e 1000 dalle Regioni limitrofe.

Certi della vostra piena condivisione della scelta compiuta, quest’anno il I° maggio sarà un giorno di rinnovata e più forte solidarietà, speranza e fiducia nel futuro. Le nostre Organizzazioni sono già impegnate e lavorano nei territori devastati per sostenere la popolazione così duramente colpita. La nostra presenza sarà costante nel tempo, anche per garantire il rispetto e la salvaguardia dei diritti e della sicurezza del popolo abruzzese.


CGIL CISL UIL

17 apr 2009

unione
nazionale
inquilini
ambiente
territorio

Roma, 31 marzo 2009

CONFERENZA STAMPA
Roma, 31 marzo 2009
Centro Congressi Cavour, n. 50a – ore 11,30

Il Piano Casa di SUNIA, SICET e UNIAT UIL

L’evoluzione della domanda abitativa in Italia, ora in una fase molto critica accentuata dalla crisi in atto, sta portando ad una fortissima crescita della richiesta più debole. Queste trasformazioni socio economiche, per essere governate, richiedono un insieme di misure immediate e contingenti accompagnate anche da provvedimenti strutturali che secondo i Sindacati Inquilini si dovrebbero concretizzare in un vero Piano casa.

Cosa serve nell’immediato:
- L’allargamento dell’offerta abitativa in breve tempo con molti alloggi di edilizia residenziale pubblica evitando, nel contempo processi di dismissione del già insufficiente patrimonio pubblico.
Vanno recuperate le risorse bloccate da marzo del 2008. Si tratta dei 550 milioni di euro che erano stati destinati al recupero ed alla costruzione di 12.000 alloggi popolari. E’ necessario restituirli immediatamente alla loro originaria destinazione senza perdere altro tempo nell’apertura dei cantieri.
Mentre per il patrimonio pubblico esistente occorre stimolare un miglior funzionamento degli Istituti di gestione.

- Attivare un finanziamento strutturale dal bilancio dello Stato di almeno 1,5 miliardi l’anno realizzando un Piano nazionale per l’edilizia pubblica e quella sociale secondo il fabbisogno stimato dalle Regioni.
- Favorire il passaggio dell’ingente numero di alloggi invenduti: circa 350 mila, dal mercato della compravendita a quello dell’affitto a canone concordato, attraverso contratti di locazione della durata di nove anni collegati all’esenzione fiscale dei redditi da locazione.
- E’ indispensabile adeguare il Fondo di sostegno all’affitto ormai ridotto ai minimi termini per affrontare anche il preoccupante fenomeno degli sfratti per morosità, per il quale vanno garantite precise modalità e regole, tenuto conto della crisi economica in atto e delle difficoltà economiche delle famiglie a trovare un nuovo alloggio.
Va adottato nel contempo un meccanismo di erogazione in tempo reale ai cittadini per garantire il perseguimento dello scopo del Fondo.

Un nuovo regime delle locazioni.

La legge 431 del 98 non ha garantito un governo della dinamica dei canoni per il ruolo marginale che ha avuto il canale contrattato rispetto a quello libero, così come ha provveduto ad eliminare molti elementi di tutela nei procedimenti di sfratto.
È necessario per il contenimento dei canoni di locazione e la normalizzazione del mercato, un nuovo regime delle locazioni che preveda un unico canale concordato o convenzionato e non un semplice intervento di vantaggio fiscale, peggio ancora se generalizzato.
Il nuovo regime dovrà operare su tre aspetti:
1) le regole contrattuali della locazione
2) le regole economiche
3) le regole fiscali
I principi a cui ispirarsi debbono essere:
1) Il riequilibrio tra i poteri contrattuali del conduttore e del locatore, che attualmente vede la prevalenza della proprietà.
2) La semplificazione delle procedure.
3) La certezza e l’esigibilità dei diritti delle parti.

La contrattazione tra le parti
Per raggiungere questi obbiettivi è necessario che la riforma della legge indichi la contrattazione tra i soggetti della rappresentanza, come unico elemento di definizione degli aspetti contrattuali ed economici della locazione.
La norma dovrebbe prevedere due livelli di negoziazione, attraverso una contrattazione periodica, degli elementi della locazione:
a) sul livello nazionale il sistema generale delle condizioni e delle tutele, con i modelli contrattuali, vincolanti per le singole parti.
b) sul livello regionale i contenuti economici della locazione, con l’individuazione delle fasce di oscillazione dei canoni, all’interno delle quali i contraenti realizzeranno il proprio contratto. Questo avverrà attraverso la stipula di accordi locali nei comuni capoluoghi di provincia.
Questo nuovo modello, al contrario di una norma rigida, garantisce la possibilità di un rapido adeguamento delle forme e dei contenuti della locazione al mutamento delle situazioni sociali, lasciando al ruolo della negoziazione, tra le associazioni di rappresentanza collettiva dei conduttori e dei locatori, la definizione delle intese. La contrattazione collettiva è l’unico strumento, attualmente in grado di riequilibrare i poteri contrattuali tra le parti, essendo evidente che, in un mercato non regolato come quello attuale delle locazioni, è il contraente più forte a dettare regole e contenuti del contratto di locazione.

Una diversa fiscalità.
La nuova legge, che deve essere di indirizzo, per la parte lasciata alla contrattazione, è invece indispensabile che contenga norme e sanzioni, cogenti e chiare, sul mancato rispetto delle regole e sull’evasione fiscale.
Dentro questo quadro è necessario prevedere un alleggerimento ed una semplificazione del carico fiscale sulla locazione attraverso l’introduzione di una unica imposta, da definire percentualmente al reddito da locazione, in sostituzione dell’attuale ICI ed IRES. In analogia a quanto oggi previsto per i mutui sulla prima casa, serve introdurre una analoga detrazione sul reddito degli inquilini per gli affitti versati. Questo sia per un principio di equità tra i cittadini e sia per esigenze di lotta all’evasione.

16 apr 2009


giovedì 2 aprile 2009 | sicet | In riferimento al BANDO SPECIALE "SPER ANZIANI" COMUNE DI FOGGIA, il Sicet Cisl di Foggia info che a far data dal 2 Aprile 2009, dal Lunedì al Venerdì (9,30 - 12,00 e 17,00 - 19,00), sarà operativo lo sportello SICET, presso la sede provinciale in Via Trento 42, per l'assistenza e la compilazione delle domande inerenti il Bando di assegnazione in locazione di 32 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica nel Comune di Foggia, emanato con Delibera di Giunta Comunale n. 59 del 24/02/09. La data di scadenza del Bando è fissata alle ore 12,00 del 27 Aprile 2009, ultimo giorno utile per la presentazione delle domande, pena esclusione. Il Sicet Cisl evidenzia che l'assistenza è gratuita per tutti gli iscritti CISL in regola con il tesseramento 2009 e per le categorie che hanno regolarizzato la convenzione.

giovedì 26 febbraio 2009 | sicet | "Il SICeT esprime grande apprezzamento per l’azione concertativa messa in atto per la definizione del Piano di Riqualificazione Urbanistica del quartiere BORGO CROCI", afferma Sgobbo, segretario generale del SICeT di Foggia. Il Convegno su questo tema, svoltosi nell’arco dei lavori del 5° Congresso Territoriale del SICeT di Foggia, che ha visto la partecipazione di Donato Cafagna, Commissario Straordinario dello IACP di Foggia; Nicola Zampetti, segretario regionale del SUNIA; Michele Salatto, assessore all’Urbanistica del Comune; Angela Barbanente, assessore all’Urbanistica della Regione Puglia e Guido Piran, segretario generale del SICeT nazionale, ha sviscerato la progettualità del Piano stesso rispetto sia alla realizzazione di nuovi alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica da parte dello IACP di Foggia, con grande protagonismo dello stesso Commissario IACP, dott. Cafagna, che ha anticipato la notizia della costruzione di 224 alloggi popolari di cui 74 vedranno la cantierizzazione in tempi brevi, nonché la riqualificazione degli spazi verdi e la crezione di nuovi ed efficienti servizi a disposizione dell’intero quartiere.
Apprezzamento è stato espresso anche da Cappa, segretario territoriale del CISL di Foggia, sul lavoro svolto dall’assessore all’Urbanistica della Regione Puglia, dott.ssa Barbanente, e dal dott. Salatto, assessore all’Urbanistica del Comune di Foggia, "resisi disponibili all’ascolto ed ai suggerimenti del sindacato, privilegiando la buona pratica che sottende la progettualità dal basso, elemento centrale e premiante delle politiche di riqualificazione urbanistica propria dei piani di riqualificazione del quartieri.Tale iniziativa si inserisce in un contesto di profondo disagio che la città vive sul piano dell’emergenza abitativa". Sono infatti circa 3000 le famiglie che hanno partecipato al bando per l’assegnazione di alloggi popolari nell’ultimo bando e circa 2000 sono le famiglie che hanno una sistemazione precaria. Un altro elemento emerso nel corso dei lavori è stato quello riferito alle fasce monoreddito ed ai giovani, per i quali il SICet e la CISL sollecitano una "politica di maggior sostegno attraverso l’aumento e l’estensione di Fondi dedicati ad agevolazioni per questi soggetti".

lunedì 16 febbraio 2009 | sicet | “Sviluppare e difendere il welfare dell’abitare sul territorio di Foggia”. E’ l’obiettivo del SICET CISL, secondo il nuovo segretario generale territoriale Angelo Sgobbo, eletto nel corso del quinto congresso provinciale del Sindacato Inquilini Casa e Territorio della CISL, che si è svolto venerdì 13 febbraio 2009, presso la Sala Consiliare della Sesta Circoscrizione del Comune di Foggia, alla presenza del segretario nazionale, Guido Piran. Il congresso ha ribadito che “la casa è un bene sociale”, in questa direzione il Sicet si farà carico delle lacune e dei ritardi degli attori istituzionali. “La nostra azione – ha affermato il segretario Sgobbo - sarà quella di proporre soluzioni per dare risposte alla collettività, al fine di evitare povertà, emarginazione, esclusione sociale e rendere esigibili i diritti dei cittadini sull’abitare. In collaborazione con la Cisl e le sue categorie, intendiamo – aggiunge il dirigente del SICET - allargare le tutele garantite dal nostro sindacato, che vanno assicurate non solo al singolo inquilino, ma alle intere comunità attraverso la contrattazione partecipata”. In particolare, il SICET rivolgerà “grande attenzione – sottolinea il ventitreenne neo segretario provinciale - alle problematiche abitative dei più giovani, i quali, a causa della mancanza e precarietà del lavoro, si trovano in gravi difficoltà nell’avere una casa in cui costruire una famiglia, e rischiano nel prossimo futuro di diventare i nuovi poveri”. Al congresso sono intervenuti: Emilio Di Conza, segretario generale della CISL di Foggia; Felice Cappa, segretario territoriale uscente del SICET; Donato Cafagna, commissario straordinario dello IACP; Nicola Zampetti, segretario regionale del SUNIA; Michele Salatto, assessore all’Urbanistica del Comune; Angela Barbanente, assessore all’Urbanistica della Regione Puglia. Il congresso ha altresì eletto componenti della segreteria territoriale: Saverio Cassitti, Antonietta D’Adduzio, Antonio La Torre, Leonardo Piacquaddio. In merito ai paventati progetti di alienazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica del Comune di Foggia, il SICET ha espresso “forti perplessità, in quanto – ha spiegato il sindacato – la vendita dovrebbe rientrare nel piano regionale e, soprattutto, il ricavato dovrebbe essere, così come previsto dalla normativa vigente, reinvestito in politiche abitative, finalizzate – ha concluso il segretario del SICET - a soddisfare la crescente domanda di abitazioni che proviene dal territorio di Foggia”.